La casa madre dell’ordine Celestino

Il 5 giugno 1259 il vescovo di Valva e Sulmona, gli concede il permesso di costruire la chiesa in onore della Vergine Maria sul terreno alle falde del Morrone donato pochi giorni prima, il 23 maggio, dai sindaci dell’Universitas di Sulmona; il successivo 26 ottobre, gli stessi sindaci donano a fra Giacomo, a nome e per conto di fra Pietro eremita, un altro apprezzamento di terra nella contrada detta Morrone, dove una trentina di anni più tardi sorgerà l’abbazia di Santo Spirito de Sulmone: è l’anno – il 1259 – che attesta l’esistenza, nell’area del massiccio montuoso della Maiella–Morrone, del gruppo di eremiti guidati da frate Pietro.
Domanda inevitabile: per quale motivo e a che titolo l’Universitas di Sulmona dona a Pietro di Angelerio e ai suoi monaci un paio di terreni sui quali edificare due chiese? Forse perché Pietro è perso- naggio autorevole, tale da vantare in città conoscenze influenti, soli- de protezioni e “antiche amicizie” intessute – magari – da qualcuno dei suoi antenati?
Quale che sia la verità, Pietro è ben voluto anche nella Curia romana: con bolla del 26 maggio 1268, infatti, il papa Clemente IV concede indulgenze a coloro i quali facessero elemosine e offerte al priore e ai monaci dell’eremo di monte Morrone da destinare alla costruzione di una nuova e sontuosa chiesa in onore della Vergine Maria72.

“Celestino V - Storie e altre storie del Papa Santo di Sulmona” Fabio Maiorano - Accademia degli Agghiacciati - 2022